Buona quell’Acqua!

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Domenica 11 Marzo sono stato qui. Una parola sola: complimenti! Complimenti davvero a l’Acquabuona per essere riusciti a concentrare in un unico evento il massimo che la Toscana enologica sa offrire. Parliamo di aziende come Poggio di Sotto con le sue riserve, e Biondi Santi con tutte le sue etichette.
Un festival del Sangiovese quindi, dove tutto ma proprio tutto sapeva di Sangiovese, perfino i supertuscan a base di merlot!
Di solito in questi casi si parte bellicosamente armati di schede e taccuino, ma poi si naufraga miseramente tra calici e bottiglie, e rimane solo il filo della memoria e qualche biglietto da visita a legare l’insieme di ciò che si è assaggiato. Ecco quindi alcune note del tutto personali, senza troppe pretese tecniche.


Innanzitutto è da segnalare un uso oramai generalmente moderato e sapiente del legno. Pochissime le bottiglie troppo marcate dal rovere e livelo generale dei vini veramente alto.

Azienda Agricola Cima (cima.candia@iol.it)
L’azienda si trova in via del Fagiano a Massa. Si segnala per due autoctoni che ho assaggiato per la prima volta: il vermentino nero 2003 affinato in botte grande e la massaretta 2004 affinata in barrique. Il vermentino nero soprattutto sorprende per la struttura elegante.

L’Azienda Agricola Pacenti Franco, Poggiodisotto e Fuligni a mio avviso staccavano tutti gli altri brunelli (compresi Siro Pacenti e Biondi Santi), in virtù soprattutto dei vini del 2001, dato che in genere i 2002 anche se buoni, si assomigliavano un po’ tutti e non esibivano note di merito particolari.

La Fattoria Ambra è da segnalare per il carmignano riserva 2003 Elzana, potente e elegante, con una eccellente struttura.

La Barone Ricasoli presentava un chianti Castello di Brolio ai vertici assoluti della denominazione. Veramente una grande bottiglia

Poggio Verrano, forse un po’ controcorrente, esibiva il Dromos 2004, un supertuscan maremmano, che più supertuscan non si può (enologo Ferrini) che però era anche buono, morbido, rotondo e concentrato come uno si aspetta.

La sorpresa più intrigante è stata per me il Castello di Potentino, con due vini, il Motecucco rosso 2003 e 2004 a base di sangiovese, ed il Piropo a base Pinot Nero, di grande eleganza, sapidi e profumatissimi.

Poi naturalmente c’erano anche Dei, Salcheto, Petra, Jacopo Biondi Santi e tutti gli altri, ma non si può mica ricordare tutto, a parte il grandissimo Gianpaolo Paglia di Poggioargentiera, con il “nostro” Guazza, ed un grandissimo Finisterre 2004, quasi più toscaneggiante del Capatosta!

Luk

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About Luca Risso

Luca non è un esperto di vino nel senso comune del termine, anzi non è affatto un esperto ma piuttosto un entusiasta del vino, un curioso di tutto ciò che è collegato con la cultura del vino del paese (Italia) e della regione (Liguria) in cui vive. La sua formazione personale lo rende particolarmente interessato agli aspetti teorici e tecnici della viticoltura e della vinificazione, al punto di piantatura una propria vigna microscopica e di produrre alcune bottiglie del Merlot. La sua esperienza è documentata nella rubrica "Vino in garage" del portale enogastronomico www.tigulliovino.it .

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