Non solo chips

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Ultimamente si è parlato molto della recente modifica alla normativa europea che consente ora l’utilizzo dei trucioli di legno nel trattamento dei mosti in qualità di aromatizzanti e stabilizzanti del colore.


Fiorenzo qui commenta la notizia della legalizzazione di una pratica comune nei paesi extraeuropei ma di fatto probabilmente ampiamente applicata anche in Italia e Francia.

C’è stata poi anche una vivace polemica su Aristide, Vino al vino e sul Poggioargentiera’s Blog sulla moralità della gomma arabica come stabilizzante della limpidezza e miglioratore della senzazione di morbidezza del vino, innestata peraltro sul dibattito sempre vivace in merito ai così detti vini veri, o naturali, o biologici, o biodinamici o ………..

Per dare il mio piccolo contributo alla già grande confusione, voglio sottolineare che il regolamento Ce 2165/2005 del 20 dicembre 2005 non solo autorizza l’uso dei pezzi di legno o “chips” nella lavorazione del vino, ma anche:
1) il trattamento del mosto in fermentazione con carbone per uso enologico, in qualità di abbattitore dell’ocratossina (ecco il primo dei perversi effetti che porterà la lotta al nuovo tabù. Tra l’altro il carbone decolora i mosti dei bianchi da uve rosse, e quindi la spremitura del pinot nero per spumanti potrà essere “meno soffice”),
2) l’uso di sostanze proteiche di origine vegetale nel trattamento di vini e mosti (alternativa alle gelatine animali nella chiarifica),
3) l’aggiunta di acido L-ascorbico e di dimetilcarbonato per la stabilizzazione microbiologica dei vini (in particolare contro il Brettanomyces responsabile di cattivi odori: SO2 e pulizia non sarebbero sufficienti?),
4) l’aggiunta di mannoproteine di lieviti per la stabilizzazione tartarica e proteica dei vini.

In confronto a tutto ciò, cosa volete che siano due pezzettini di legno?

Luk

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About Luca Risso

Luca non è un esperto di vino nel senso comune del termine, anzi non è affatto un esperto ma piuttosto un entusiasta del vino, un curioso di tutto ciò che è collegato con la cultura del vino del paese (Italia) e della regione (Liguria) in cui vive. La sua formazione personale lo rende particolarmente interessato agli aspetti teorici e tecnici della viticoltura e della vinificazione, al punto di piantatura una propria vigna microscopica e di produrre alcune bottiglie del Merlot. La sua esperienza è documentata nella rubrica "Vino in garage" del portale enogastronomico www.tigulliovino.it .

4 thoughts on “Non solo chips

  1. Fiorenzo

    Oh, che bello, avete liberalizzato i commenti a questo blog (prima vigeva la registrazione, se ben ricordo). A proposito, il permanent link al mio post e’ questo:
    http://vinotecaonline.blogspot.com/2006/03/chips-in-francia-beginning-of-end.html

    Esauriti gli OT, concordo con te, i chips alla fine non sono questa gran dannazione; a proposito di liberalizzazione, se pensiamo che i vini chips-aged gia’ li abbiamo sul mercato in quanto importati, tantovale che si autorizzi la pratica pure da noi; resta interessante verificare, semmai, se da bravi assaggiatori si riesca a notare la differenza. Io direi di si, data qualche passata esperienza, ma si sa che il mestiere dell’assaggiatore espone pure a figuracce: ci tocca allenarci.

  2. Luca Risso

    OK, aggiornato il link.
    Per come viene usata spesso la barrique tantovale passare ai chips, su questo non ci piove. Ma siccome la mente umana è perversamente geniale, io non ho dubbi sul fatto che anche con i chips, ci sarà chi lavorerà così bene da fregarci sulla possibilità di sgamarli. Almeno per quanto mi riguarda!

    Luk

  3. pierovini

    personalmente non ho nessun timore dal punto di vista della salute. Mi sembra però una gara alla mediocrità, all’appiattimento, al pari della barrique senza freni, all’arricchimento, alle opinioni dei grandi soloni che sparano ed impongono tendenze del “consumatore moderno” motivate dal solo desiderio di fare arricchire i grandi finanzieri dell’enologia industriale e del tutto separate dalle vere tendenze. difendiamoci, scegliamo il meglio!!

  4. Calamaera

    Salve a tutti…..

    Da che mondo e mondo l’uomo cercherà sempre di guadagnare di più col minimo sforzo, se poi la legge
    gli consente di farlo ancora meglio, figuratevi che con la scoperta dei chips (25 30 euro al kg) si possono “modificare” 200 litri di vino, contro i 600 euro di prezzo di una barrique nuova (da utilizzare 2 anni) più tutti i lavori di lavaggio travaso e manutenzione il risparmio è enorme, in più c’è anche la gomma arabica (e non solo) che ti consente di stabilizzare l’acido tartarico impedendo le precipitazioni indesiderate, evitando così costi di refrigerazione che incidono non poco sul fatturato…Io penso che qualsiasi cantina ormai faccia uso di questi prodotti e che il vero vino fatto di sola uva sia diventato un’utopia dettata
    dalla folle corsa ai miglioramenti organoletici
    standardizzati dalla moda del momento.

    Ciao M.

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