Dove ho sbagliato?

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Chiarisco subito un concetto: non credo alla teoria strampalata che sta dietro alla biodinamica, ma ho una certa fiducia nella dedizione pratica dei coltivatori biodinamici, ed un grande apprezzamento per molti prodotti.

Ho letto sul sito di Emidio Pepe il disciplinare di produzione biodinamica Renaissance, che alcuni produttori hanno deciso di sottoscrivere. Niente di male! Anzi, il codice suddetto contiene molte cose interessanti (no trucioli, enzimi ecc.), ma anche cose che mi sembravano meritevoli di approfondimento critico, in quanto a mio avviso un po’ zoppicanti.

Ho spedito dunque questa missiva a uno degli adepti (si può dire?) di cui mantengo anonimi i riferimenti:

Gentile Sig. XXX,
leggo sul sito di Emidio Pepe il disciplinare Renaissance, di cui Lei
risulta XXX.
Volevo a tal proposito farLe una domanda, e porLe una critica.

Cominciamo dalla critica.
L’affermazione che non è consentito “l’intervento termico volto a mutare
il naturale diagramma della temperatura del mosto” mi sembra in
contraddizione con l’affermazione che “la fermentazione (sia tumultuosa
che malolattica) deve avvenire spontaneamente in tini di legno, cemento
o acciaio inox”.
Infatti l’utilizzo di contenitori in legno, cemento e inox, anche in
funzione della loro capacità, porta inevitabilmente a diagrammi di
temperatura completamente diversi; a questo punto c’è da domandarsi
quale sia il diagramma “naturale” di temperatura.

In quanto alla domanda invece, vorrei chiederLe come in zona XXX
conducete la difesa contro la flavescenza dorata, che non mi pare
possibile con le sostanze citate nel disciplinare.

Infine Le chiedo se posso rendere pubblica sul Blog
www.thewineblog.net/vino la presente lettera e la Sua eventuale
cortese risposta.

Cordialmente

Luca Risso


Ed ecco qui la “cortese risposta”:

Buongiorno,
Non mi sono mai state simpatiche le provocazioni gratuite sopratutto se
improntate ad ignoranza dell’argomento.
Ma lei sa cosa è la flavescenza?
E certo il diagramma naturale non è a 16° e neanche a 18°!
Cordiali Saluti
XXX

Insomma, o XXX è decisamente suscettibile, o io ho sbagliato qualcosa!

Luk

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About Luca Risso

Luca non è un esperto di vino nel senso comune del termine, anzi non è affatto un esperto ma piuttosto un entusiasta del vino, un curioso di tutto ciò che è collegato con la cultura del vino del paese (Italia) e della regione (Liguria) in cui vive. La sua formazione personale lo rende particolarmente interessato agli aspetti teorici e tecnici della viticoltura e della vinificazione, al punto di piantatura una propria vigna microscopica e di produrre alcune bottiglie del Merlot. La sua esperienza è documentata nella rubrica "Vino in garage" del portale enogastronomico www.tigulliovino.it .

13 thoughts on “Dove ho sbagliato?

  1. Max-QM

    Un vero peccato.
    Dopo le 3 fiere in contemporanee con Vinitaly, ci manca solo che non si abbia voglia di comunicare o spiegare il perchè di certe scelte.
    A tutto vantaggio poi della propria filosofia e prodotti.

    Mah….

  2. Filippo

    Certo che hai sbagliato. E platealmente. Come osi porre domande, ma soprattutto avanzare critiche? Cosa vai con l’accendino vicino alle code di paglia?

    Signor Risso, insomma!!! Ma lei lo sa che cos’e’ la flavescenza???? Lei non sa chi e’ lei!!

  3. Filippo Ronco

    A prescindere dalla validità o meno della domanda, sono d’accordo con Max, il signore ha perso una buona occasione di crescita sia per lui che per il suo movimento. A me comunque, l’ho già scritto e ribadito in più di un’occasione, le “etichette”, quelle appiccicate ai movimenti e alle persone più che quelle incollate sulle bottiglie, vanno un po’ strette. E, tanto per stare in tema e ribadire che la verità e la correttezza delle posizioni spesso sta nel mezzo, l’altra sera, “grande” merlot triple AAA in purezza rifermentato in bottiglia…spesso ci si scorda di essere umili.

  4. Fiorenzo

    Raghi fuori i nomi; chi e’ il produttore onniscente; quale e’ il merlot triple A; fuori i nomi, senno’ che due punto zero e’.
    😀

  5. Filippo Ronco

    Ciao Fio, del produttore sono curioso anche io, il vino che ho bevuto io – giuro – non ricordo di chi fosse. Sai quando esci una sera dici “fai tu” e pensi solo a quello che hai nel calice. Certo fosse stato un grande calice sarei andato a indagare ma come ho detto sfortunatamente non è stato il caso..

  6. Filippo

    Pero’ non credo che qui sia solo una questione di vino buono o cattivo. Voglio dire: se arriva qualcuno che facendo strazio esplicito di tutte le categorie del pensiero razionale (ma direi banalmente “lucido”) finisce col confezionare un bel prodotto, ottimo al gusto alla vista e pure poco caro…allora? Ci basta veramente cosi’ poco? Ci basta che ci becchino sul punto debole (qualita’ a prezzo stracciato) perche’ le nostre capacita’ di giudizio e la nostra determinazione a tenere pulito il campo diano forfait? Io non sono d’accordo. Se arriva un tale che si dichiara un praticone, un puro empirico, e confeziona una bella cosa..ok. Tanto di cappello. Ma se ne arriva un altro che non si limita a operare stando zitto, bensi’ mi fa la supercazzora con scappellamento sulla destra, e asso vince asso perde mi tira fuori dal cilindro “the perfect wine”…beh, no, non mi basta. Me la deve spiegare la supercazzora. Tanto piu’ se questo mumbo jumbo contiene a ogni pie’ sospinto, fra le righe e sulle righe, una continua requisitoria contro i soliti mostri che notoriamente e’ cosa buona e giusta (e soprattutto molto di moda e quindi vendibile) sculacciare: e il pensiero razionale, e la civilta’ occidentale, e la scienza cosiddetta esatta, e via elencando diabboli e demoni.

    Non so se mi sono spiegato.

  7. Luca Risso

    @Fiorenzo
    Effettivamente per il silenzio assenso potrei fare i nomi, ma voglio essere buono, dirò solo la DOC:
    Gavi

    Luk

  8. Filippo

    Luk, hai praticamente confermato nome e cognome, peraltro facilmente ipotizzabili anche senza sapere la DOC relativa 😉

  9. Luca Risso

    @Filippo
    nessuno mi ha chiesto di non pubblicare il suo nome. Se mi avesse chiesto di non farlo (come avevo assicurato) non avrei mai scritto il post.

    Corro il rischio di essere querelato?

    Luk

  10. Pier Francesco Lisi

    Mi permetto di aggiungere la mia, soprattutto sul problema della flavescenza dorata.
    Mi sembra che, nonostante le enunciazioni, definire quello di Renaissance un disciplinare è un po’ strano, perchè mi sembra un po’ troppo snello e semplificato, a meno che non si debba interpretare tra le righe.
    Quando si dice “Uso esclusivo di prodotti naturali per combattere le malattie, soprattutto Sali di rame (massimo 4 Kg/Ha per anno di rame metallo) e zolfo di miniera, secondo quanto stabilito dalle norme che regolano la viticoltura biologica.” mi chiedo: se per prodotti naturali si intendono quelli ammessi nella normativa sul biologico (Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche) allora c’è spazio per combattere la flavescenza ed in particolare il vettore, cioè lo Scaphoideus titanus: piretro, rotenone, miscela dei primi due prodotti con oli estivi. Ci sono anche sperimentazioni sull’uso dell’azadiractina (neem) e della Beauveria bassiana.
    In caso contrario è ovvio che sali di rame e zolfo non hanno potere insetticida.

  11. Luca Risso

    Caro Pier Francesco,
    questa è una risposta chiara, quale mi aspettavo mi desse il signor XXX. In verità volevo capire se nella pratica biodinamica valessero le stesse prescrizioni di quella biologica, ma evidentemente ho voluto sapere troppo!

    Luk

  12. filippo

    Luk, non credo proprio che tu corra il rischio di essere querelato, nemmeno se tu indicassi esplicitamente il nome e il cognome di chi ti ha dato quella risposta. La corrispondenza appartiene al destinatario, mi risulta. E non mi risulta che pubblicare il testo di una risposta equivale a diffamare chi quella risposta ha dato. Se questi cosi’ ritiene, sara’ meglio che migliori il livello delle proprie risposte. Altrimenti siamo piu’ o meno al pari del famoso “Lei e’ un individuo spregevole” “Ma come si permette? individuo sara’ lei!!!”

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